Diagnosi precoce e chirurgia mini-invasiva: l’asse Italia-Giappone per sconfiggere i tumori dell’apparato digerente
Dall’esofago al colon: le nuove tecnologie endoscopiche
al servizio della prevenzione e della cura oncologica
I grandi ‘maestri’ internazionali dell’endoscopia digestiva
si ritrovano a Napoli per il corso nazionale della SIED
“Diagnosi precoce, differenziazione selettiva e tecniche resettive avanzate delle lesioni precoci sono le tre mosse fondamentali per ‘aggredire’ alcuni dei tumori più pericolosi in circolazione: quelli del tubo digerente”. Giuseppe Galloro, segretario generale della SIED, la Società italiana di endoscopia digestiva, presenta le nuove sfide del Corso Nazionale SIED che quest’anno si tiene a Napoli, nel Centro congressi della Stazione Marittima fino a venerdì 27 ottobre.
Un corso nazionale con ‘maestri’ internazionali perché la SIED ha radunato a Napoli i numeri uno al mondo nel settore dell’endoscopia digestiva diagnostica ed operatoria: i medici del National Cancer Center Hospital di Tokyo. “In Giappone, infatti, – evidenzia Galloro, professore di Chirurgia generale all’Università Federico II di Napoli e da 20 anni pilastro dell’Endoscopia digestiva del Policlinico federiciano – c’è il più alto tasso mondiale di diffusione dei tumori di esofago, stomaco e colon-retto e questo ha spinto la ricerca clinica ed informatica allo sviluppo delle più avanzate tecnologie endoscopiche come ho potuto verificare sul campo durante i miei numerosi soggiorni di studio e ricerca a Tokyo”.
L’allarme al Sud per la prevenzione ferma al palo
Ma anche in Italia i tumori dell’apparato digerente sono tra i più pericolosi. “Il cancro del colon-retto è, ad esempio, quello che in medicina si definisce un big killer – sottolinea il presidente della SIED, Maria Caterina Parodi, direttore della Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva del Policlinico San Martino di Genova – e rappresenta la seconda causa di morte per tumori nei soggetti di sesso femminile e la terza in quelli di sesso maschile”. Secondo i dati più recenti in Europa si verificano circa 500mila nuovi casi all’anno di cui il 10% circa (50.000) in Italia, con 23.500 decessi l’anno. Ciò vuol dire che in Italia muore circa 1 paziente ogni 25 minuti di cancro del colon-retto. Per altro l’interruzione delle procedure endoscopiche e delle visite di screening nel periodo CoVid-19 ha già peggiorato le cose determinando un aumento del tasso di incidenza dei tumori colon-rettali che sarà del 23-25% nei prossimi anni.
Ecco che allora la prevenzione è fondamentale. “Tra i fattori di rischio per tale malattia – chiarisce la Parodi – ve ne sono alcuni immodificabili (storia familiare, alterazioni genetiche, presenza di determinate malattie intestinali) ed altri invece modificabili: sedentarietà, consumo di alcool, fumo, dieta. Ma tra questi ultimi il più importante, che incide per circa il 34%, è la mancata attivazione dei protocolli di screening di colonscopia il cui obiettivo è quello di intercettare eventuali precursori benigni del cancro o tumori ancora in fase precoce, la cui rimozione di fatto guarisce definitivamente il paziente”. In particolare va evidenziato un dato allarmante che riguarda i programmi di screening per il cancro del colon retto: in Italia nelle regioni del nord e del centro l’estensione degli inviti a sottoporsi alla colonscopia raggiunge il 94 e il 93% dei cittadini rispettivamente, mentre nelle regioni meridionali raggiunge solo il 43% della popolazione. E di conseguenza mentre nelle regioni del nord e del centro l’adesione ad eseguire la colonscopia interessa rispettivamente il 50 e 36%, nelle regioni meridionali ciò avviene solo nel 31% dei casi.
L’intelligenza artificiale al servizio dei nuovi strumenti diagnostici
Bisogna però sottolineare che la diagnosi di precursori benigni o dei cancri in fase precoce non è sempre semplice e richiede una grossa esperienza tecnica da parte dell’operatore nonché una notevole capacità nell’utilizzo di apparecchiature endoscopiche raffinatissime e ad elevato contenuto tecnologico. “Si tratta di endoscopi di ultima generazione in grado di ingrandire l’immagine fino a 300 volte durante la colonscopia – spiega Galloro – e di applicare protocolli di colorazioni virtuali che evidenziano le più piccole alterazioni della mucosa e della rete microvascolare sottomucosa, indizi che in mani esperte rendono possibile la valutazione della fase di avanzamento del cancro e, dunque, della possibilità di operare e guarire dette lesioni, sempre per via endoscopica”. Altra tecnologia di grande utilità in questo campo è la cosiddetta intelligenza artificiale che, attraverso l’uso di protocolli informatici avanzatissimi, permette l’analisi in tempo reale di una gran mole di immagini al fine di orientare le scelte dell’operatore.
“Proprio per aggiornarci sulle ultime novità tecnologiche in campo diagnostico e operatorio – spiega il direttore del Corso SIED, Luigi Pasquale direttore dell’Unità Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale Frangipane di Ariano Irpino – a Napoli oltre alla presenza fisica di esperti di fama internazionale abbiamo ideato anche specifiche sessioni di collegamento in diretta dalle sale endoscopiche del National Cancer Center Hospital di Tokyo in modo da permettere ai medici italiani di vedere ‘on the job’ il lavoro endoscopico e chirurgico di alcuni dei massimi Maestri al mondo nel settore dell’endoscopia digestiva”.