Un tavolo multiregionale per ampliare l’accesso alle tecnologie più innovative
Parte da Brescia il primo dei tre incontri organizzati da Motore Sanità con un tavolo multiregionale su diabete e tecnologia. L’obiettivo è garantire equità di accesso ai sistemi più innovativi di monitoraggio della glicemia per le persone con diabete che in Italia sono 4 milioni.
Brescia, 6 maggio 2024 – Un’innovazione tecnologia a portata di tutti, che migliori la vita dei pazienti riducendo gli effetti più gravi del diabete, abbattendo allo stesso tempo i costi per il servizio sanitario attraverso una riduzione delle ospedalizzazioni e degli accessi in pronto soccorso. Si è parlato di questo il 6 maggio a Brescia nel corso del convegno “Equità di accesso all’innovazione. Focus sui sistemi di monitoraggio glicemico nella cronicità diabete”, il primo di tre incontri che coinvolge Piemonte, Lombardia, Triveneto ed Emilia-Romagna. La road map è organizzata da Motore Sanità in collaborazione scientifica con l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e il contributo incondizionato di Abbott, con l’obiettivo di riflettere su una delle patologie più diffuse in Italia per cui l’innovazione tecnologica ha fatto passi da gigante. Con strumenti in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, restituire una qualità di vita decisamente semplificata e migliorata ai pazienti, consentendo allo stesso tempo una riduzione significativa dei costi di gestione. È il caso dei dispositivi di monitoraggio della glicemia che adottano il sistema “Flash Glucose Monitoring” (FGM) che eliminano la necessità di pungere le dita e offrono alle persone con diabete i dati e le conoscenze di cui hanno bisogno per aiutarle a vivere una vita più sana. Un’arma in più per controllare il diabete e le sue complicanze apportando modifiche allo stile di vita o alle terapie. Perché non è semplice convivere con il diabete. Sono importanti i risultati ottenuti da alcune regioni italiane che hanno investito nella tecnologia per metterla a disposizione di tutti i pazienti. La Regione Lombardia all’inizio di quest’anno ha ampliato l’eleggibilità del sistema FGM a tutte le persone con diabete di tipo 2 in terapia insulinica basale e, per la prima volta in Europa, alle persone con diabete di tipo 2 in terapia ipoglicemizzante orale per un periodo limitato di 3 mesi. Altri esempi virtuosi in Italia, come la regione Sicilia e Campania, hanno allargato i criteri di eleggibilità già da qualche tempo, arrivando a rimborsare il sistema FGM per il monitoraggio della glicemia ai pazienti tipo 2 in trattamento con insulina basale.
PANDEMIA DIABETE, 4 MILIONI DI ITALIANI A RISCHIO. L’IMPATTO SU SALUTE E COSTI PER IL SSN
Il diabete rappresenta la prima causa di cecità e di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto e la concausa di almeno la metà degli infarti e degli ictus. Il diabete è diventato una vera e propria pandemia e i numeri nel mondo e in Italia lo dimostrano. Secondo l’International Diabetes Federation (IDF), nel mondo entro il 2045 saranno 700 milioni le persone con diabete, soprattutto per quanto riguarda il diabete di tipo 2. Secondo il bollettino epidemiologico nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sarebbero tra 3,4 e 4 milioni le persone con diabete ma si pensa che ci sia una importante ulteriore quota di sommerso (circa 1,5 milioni non sanno di averlo e 4 milioni sarebbero ad alto rischio di sviluppare la malattia) e si prevedono 6 milioni di persone con diabete entro il 2050.
L’impatto economico per la collettività è enorme: circa 20 miliardi l’anno di cui circa 9 miliardi di costi diretti sanitari a carico del Servizio sanitario nazionale. I costi diretti crescono esponenzialmente in base alle comorbidità, da meno di 1.000 euro per i pazienti senza comorbidità a circa 6 volte di più per il paziente con 4 comorbidità, 7.500 euro l’anno. La voce preponderante di costo è rappresentata dalle ospedalizzazioni (circa il 50%), mentre il costo dei dispositivi pesa solo il 4% dei costi diretti complessivi. Ad oggi molte evidenze cliniche continuano a dimostrare che l’utilizzo del dispositivo aiuta a migliorare il controllo glicemico e conseguentemente ridurre ospedalizzazioni e costi di gestione delle persone con diabete di tipo 2 in trattamento insulinico non intensivo (insulina basale associata o meno a farmaci orali e/o GLP1) e in pazienti non in trattamento con insulina garantendo sostenibilità al SSN.
VANTAGGI DELLA TECNOLOGIA: SEMPLICITA’ D’USO E PIU’ CONSAPEVOLEZZA DELLA MALATTIA
“La tecnologia sta cambiando la nostra vita in modo radicale, possiamo fare davvero tutto senza dover pensare di mettere a rischio la nostra vita o limitare le nostre attività quotidiane” queste le parole di Marisa Mottes, Presidente dell’Associazione Diabetici Provincia di Milano che ha sottolineato come le associazioni pazienti all’interno dei tavoli decisionali possono davvero cambiare il destino di migliaia di persone con diabete. “La Regione Lombardia ha sempre ascoltato la nostra voce, poi supportata dai medici. La nostra forza è stata quella di dire: ci siamo e vi portiamo la nostra esperienza diretta. Così facendo abbiamo ottenuto importanti risultati. Siamo stati i primi ad adottare sistemi innovativi, dai microinfusori (fin dal 2000) al sensore (dal 2007), al sensore in flash e ora con la nuova delibera si amplia il suo utilizzo per arrivare a più persone con diabete. Questo è sicuramente un esempio di buona pratica per tutta l’Italia. Ma la tecnologia ha bisogno di formazione rivolta ai pazienti e ai caregiver, di informazione corretta, del coinvolgimento dei medici di medicina generale, di linee guida che diano esattamente indicazioni a tutti i livelli – dall’ospedale al paziente al medico di medicina generale – su come utilizzare correttamente questa tecnologia”.
Sull’importanza di lavorare sulla formazione del personale sanitario e sull’educazione terapeutica delle persone con diabete è intervenuto lo stesso Riccardo Candido, Presidente Nazionale AMD. “Chi è deputato a prescrivere l’impiego della tecnologia deve conoscerla in modo approfondito, così come è necessario che i pazienti siano educati al suo corretto utilizzo in modo da poterne sfruttare a pieno le potenzialità”. Poi il Presidente di AMD ha sottolineato: “Le nuove soluzioni per la gestione del diabete, come i sistemi per il monitoraggio in continuo del glucosio, non sono ancora equamente accessibili sull’intero territorio nazionale. È una situazione che va riequilibrata per tutelare il diritto dei cittadini a ricevere le cure migliori, indipendentemente dal loro luogo di residenza. Le gare per l’approvvigionamento di questi strumenti non possono basarsi esclusivamente su criteri di tipo economico, ma contemplare anche il valore clinico dell’innovazione. Ai pazienti va garantita la qualità dei device e ai clinici la possibilità di scegliere tra più opzioni, potendo così personalizzare le terapie. Allo stesso tempo, non si può prescindere dalla sostenibilità”.
Ha portato le testimonianze dei malati diabetici ancheManuela Bertaggia, vicepresidente FAND -Associazione italiana diabetici, ricordando che la regione Veneto è sempre stata all’avanguardia per l’uso della tecnologia per le persone con diabete, e non solo, e una delle prime regioni a rimborsare il sensore FGM nel 2017 per una platea molto vasta che comprende anche le persone con diabete di tipo 2 in terapia multiniettiva. “L’uso del monitoraggio in continuo rende la vita più facile per questi malati cronici che per tenere monitorate le complicanze hanno tante visite ed esami da fare e che nel corso della giornata hanno tante decisioni da prendere per mangiare, per fare attività fisica, per andare in viaggio ecc. L’uso del monitoraggio da parte del paziente aiuta anche il medico curante ad aggiustare la terapia e renderla più appropriata ad un soggetto piuttosto che un altro. I tempi in questi anni sono cambiati e attraverso l’esperienza dei pazienti e gli studi effettuati dalle società scientifiche, si è visto quanto il monitoraggio in continuo può migliorare il compenso glicemico, soprattutto allontanare le ipoglicemie tanto pericolose per le persone con un’età avanzata. Per tutte queste ragioni chiediamo l’allargamento della platea di chi può usufruire di questi dispositivi, senza contare il risparmio di spesa che la regione Veneto avrà per i meno accessi al pronto soccorso per le ipoglicemie e per ospedalizzazioni dovute alle complicanze”.
Rida Lidia Stara, Delegata per l’Emilia-Romagna dell’Assemblea di Diabete Italia e Vicepresidente della Fe.D.ER Federazione Diabete Emilia-Romagna, ha sottolineato quanto sia importante nella vita delle persone con diabete la presenza di sensori per il monitoraggio della malattia: “sia per la facilità d’uso, sia per il ruolo di prevenzione che hanno anche in altre forme di diabete, sia perché rendono maggiormente consapevoli e responsabili i fruitori prima dei sintomi e delle complicanze, e questo ovviamente farebbe risparmiare tantissimo al sistema sanitario, appesantito dai costi delle ospedalizzazioni soprattutto. Con un piccolo investimento in tecnologia oggi, possiamo ottenere un enorme risparmio nel lungo termine, e non solo di costi, ma di salute, di qualità di vita, di ritardo delle complicanze”.
Sul valore clinico dell’innovazione nel monitoraggio glicemico è intervenuta Angela Girelli, Direttore SC Medicina Generale Diabetologia, dell’ASST Spedali Civili Brescia, affermando che “il monitoraggio è l’unico modo che permette al paziente di comprendere che il diabete esiste, che è tangibile e che dipende dalle azioni che compie e dall’utilizzo corretto dei farmaci nonché di concretizzare quello che gli specialisti gli comunicano. Dall’altra, fornisce allo specialista informazioni aggiuntive e un quadro più completo in termini di scelta terapeutica e di monitoraggio della malattia. Dal momento che le evidenze saranno sempre più significative, la Regione Lombardia in maniera cautelativa ha determinato l’utilizzo del monitoraggio per un periodo transitorio, per tre mesi, ripetibile, sui pazienti che utilizzano farmaci che non causano ipoglicemie ed è un passo decisivo. Di fronte a questa grande opportunità, serve utilizzare bene queste tecnologie, educare il paziente e non sprecare le risorse”.
Secondo Giancarlo Ruscitti, Direttore Generale Dipartimento Salute e Politiche Sociali, della Provincia autonoma di Trento, “un uso ampio dei sistemi innovativi di monitoraggio per le persone con diabete è fondamentale. L’introduzione e lo sviluppo costante dei sistemi di monitoraggio consente alle persone con diabete di svolgere in sicurezza normali attività quotidiane e sportive supportandole in tutte le diverse età consentendo una responsabilizzazione individuale matura. La Provincia Autonoma di Trento ha avviato da tempo il progetto “Aree Interne” dedicato alle zone in cui è assente una presenza ospedaliera rilevante. Il diabete è la principale patologia cui è destinata un’azione di prevenzione primaria e secondaria basata su di una corretta responsabilità individuale che si avvale di diversa sensoristica con una conoscenza del dato personale e collettivo”.
“L’ambito diabetologico, così come quello cardiologico, rappresentano il contesto privilegiato per poter parlare di telemonitoraggio, ovvero integrando device ad una piattaforma di telemedicina, sia essa di natura aziendale o regionale, come si presuppone possa essere tra un anno e mezzo, ad aggiudicazione della gara nazionale di telemedicina” ha spiegato, in previsione di un allargamento dell’utilizzo della tecnologia FGM, Federica Riccio, responsabile facente funzione della struttura complessa di Medicina territoriale e Reti di patologia di Azienda Zero Regione Piemonte. “All’interno della piattaforma di telemedicina c’è la possibilità di sviluppare oltre al telemonitoraggio e al telecontrollo, anche una serie di servizi che possono essere integrati nell’ambito diabetologico come la televisita, la teleassistenza, avvalendosi di figure professionali come l’infermiere. Infine, voglio ricordare che il Piemonte sta potenziando i servizi di telemedicina per facilitare il servizio dell’automonitoraggio che si è sviluppato nel gruppo tecnico regionale della Rete diabetologica”.