Pascale, stop alle lunghe attese in ospedale, un operatore sanitario guida a casa in teleassistenza i caregivers
Primo in Italia e in Europa l’Istituto dei tumori di Napoli dà il via al progetto HVAS, innovativa iniziativa per diminuire i disagi ai pazienti portatori di picc, quel catetere che serve per iniettare nelle vene i medicinali delle chemio. Opportunamente formati da personale del polo oncologico e guidati durante le medicazioni attraverso lo smartphone, i caregivers potranno assistere i loro cari ammalati da casa, senza essere costretti a trasferte ambulatoriali settimanali. Con il progetto viene garantita, dunque, una qualità di vita migliore grazie al risparmio di risorse e di giornate di lavoro al quale sia i familiari che i pazienti a volte sono costretti a rinunciare per accompagnare o seguire determinate azioni di cura presso le strutture ospedaliere.

Napoli, 19 giugno 2024

Chi si ammala di tumore non deve fare i conti soltanto con il dolore fisico e psicologico. Chi si ammala di tumore deve lottare spesso anche con difficoltà di ordine pratico, come per esempio raggiungere ogni settimana l’ospedale per farsi disinfettare il picc, quel catetere che serve per iniettare nelle vene i medicinali della chemioterapia. Difficoltà che riguardano non solo l’ammalato, ma anche i suoi familiari, quando per esempio, l’ammalato è molto anziano o molto provato dalla malattia. Difficoltà come prendersi un giorno di lavoro. Sembra niente, se la terapia dura poco, ma se dura mesi, diventa un problema per tutta la famiglia.
L’Istituto dei tumori di Napoli prova oggi ad alleviare almeno queste difficoltà con il progetto HVAS (acronimo di Home Vascular Access System), una innovativa e, al momento unica, iniziativa sul territorio nazionale ed europeo, che garantisce tanto ai caregivers quanto ai pazienti, una qualità di vita migliore grazie al risparmio di risorse e di giornate di lavoro al quale sia i familiari che i pazienti a volte sono costretti a rinunciare per accompagnare o seguire determinate azioni di cura presso le strutture ospedaliere. Parliamo di pazienti portatori di picc, dispositivi che vengono impiantati e rimangono in sede per lunghi periodi di tempo, garantendo la possibilità di somministrare le terapie adeguate. Perché questo però possa accadere, è necessario che questi dispositivi siano oggetto di una vera e propria manutenzione settimanale al fine di garantirne la funzionalità e prevenire infezioni.
Questa attività normalmente viene effettuata in ospedale, ma, opportunamente formati, attraverso un corso e poi seguiti in tutte le attività tramite un cellulare, può essere effettuata al domicilio del paziente dai caregivers, limitando il contatto dei pazienti con l’ospedale e riducendo il rischio di contrarre anche infezioni ospedaliere.
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Il corso è iniziato eri pomeriggio con dei primi 25 caregivers.
 
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Soddisfazione per l’iniziativa del Pascale arriva anche dal dirigente staff della direzione generale per la tutela della salute della Regione Campania, Ugo Trama:  .