“Il primo ospedale virtuale d’Italia a Viareggio, poi toccherà a Como e Cosenza. Con la telemedicina un risparmio di 2,64 miliardi di euro”

Claudio Zanon ha annunciato un piano per la realizzazione di una struttura di 1.000 metri quadri in Toscana. Il sottosegretario Butti: “Il processo di virtualizzazione dei servizi sanitari è sempre più determinante”. Il sindaco Del Ghingaro: “Un progetto innovativo che permetterà ai cittadini di accedere a cure mediche di qualità direttamente da casa”

Viareggio, 22 settembre 2024Un’assistenza continua, per 24 ore al giorno, sette giorni su sette, 365 giorni l’anno. Che migliori l’accesso alle cure, riducendo i tempi di attesa e ottimizzando l’utilizzo delle risorse sanitarie, con enormi risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale. E’ una vera e propria rivoluzione quella già sperimentata all’estero con gli ospedali virtuali. Che ora si preparano ad aprire i battenti in Italia, con un primo progetto pilota presentato questa mattina da Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, alla Festa della Salute iCARE di Viareggio.  “Il primo progetto – ha spiegato Zanon nell’ultima giornata dell’evento promosso con il contributo del Comune e organizzato in collaborazione con Motore Sanità – partirà proprio da Viareggio, con un piano che, in base alle nostre stime, potrà portare un risparmio per la Regione Toscana di 211 milioni di euro”.

Il modello è il Mercy Virtual Hospital, operativo dall’autunno del 2015 negli Stati Uniti. Ma richiede un adattamento alle esigenze specifiche di ogni territorio. “Attraverso una customizzazione – ha spiegato Zanon – risolverebbe molti problemi anche qui da noi”. In Italia, dove si registra una delle più basse percentuali di posti letto per Long Terme Care, “i reparti ospedalieri si troveranno sempre più spesso in condizione di aver bisogno di un’infrastruttura tecnologica capace di virtualizzare il ricovero, mantenendo il controllo costante del paziente e attivando al tempo stesso una vera e propria “collaborazione clinica remota” che coinvolge il medico di medicina generale, gli infermieri territoriali, la farmacia territoriale, il caregiver”.

“La creazione di un ospedale virtuale in Italia – spiega Zanon – rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per innovare il sistema sanitario e offrire cure più accessibili, efficienti e personalizzate ai cittadini”.Il primo progetto pilota si avvarrà di una struttura inizialmente di circa 1000 metri quadri, appositamente ristrutturata secondo il modello costruttivo del Mercy Virtual Care Center o simili. L’ospedale virtuale sarà replicabile in ogni territorio.

“Strategica sottolinea Zanon – sarà la fornitura del servizio tecnologico da parte di un Consorzio che verrà costituito, essendo i Virtual Hospital non adibiti ad assistenza in presenza di pazienti, oltre che la messa a disposizione di risorse umane private iniziali che avviino il Virtual Hospital e addestrino il personale pubblico che parteciperà al progetto principalmente in libera professione”.

I pazienti, attraverso l’ospedale virtuale, possono accedere a servizi medici online tramite videochiamate, chat, e-mail o applicazioni mobili. Possono ricevere consultazioni mediche, prescrizioni, monitoraggio delle condizioni di salute, e gestione delle malattie croniche da remoto. I pazienti possono essere seguiti da un team medico virtuale per la gestione delle loro esigenze mediche, con visite di follow-up regolari e supporto continuo. E poi ci sono i risparmi per il Servizio Sanitario. “Basandosi su una stima di 527.050 ricoveri evitabili per malattie croniche e un costo medio di 5.000 euro per ricovero, i potenziali risparmi per il sistema sanitario italiano ammonterebbero a circa 2,64 miliardi di euro. E calcolando che la Toscana cuba circa l’8% della spesa sanitaria nazionale, stima grezza, il risparmio per la Regione sarebbe di 211 milioni di euro”. “Per Viareggio – prosegue Zanon – abbiamo già preso contatti con il sindaco, con le autorità sanitarie. E poi ci sono altri due progetti: il primo, nella città di Como, il terzo a Cosenza”.

“Dobbiamo fare in modo che la tecnologia sia la più inclusiva possibile – ha detto il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, presente a Viareggio – e per fare questo c’è bisogno di coinvolgere tutti gli stakeholders. La tecnologia è una sorella maggiore che dobbiamo considerate con molta attenzione e allo stesso tempo con molta fiducia”. Butti ha voluto sottolineare anche “il valore della cooperazione e della co-progettazione, due azioni che sono alla base del nuovo Tavolo delle best practice digitali e tecnologiche, un vero e proprio Osservatorio dedicato alla tecnologia e a tutto ciò che ruota intorno ad essa. Sarà operativo a breve e sarà aperto a tutti gli operatori, le associazioni pazienti, le aziende di ICT. E posso dire fin da ora che tra le best practice, ci sarà quella dell’ospedale virtuale”.

“Il processo di virtualizzazione dei servizi sanitari – ha detto ancora Butti – è sostenuto dalla implementazione tecnologica di cui mi sto occupando, ed è sempre più determinante. Noi abbiamo la necessità di alleggerire il carico degli ospedali, dei Pronto Soccorso, di attivare una assistenza territoriale migliore e, soprattutto, sfruttare la tecnologia. Questo ci farebbe risparmiare tantissime risorse che potremmo destinare alla cura vera dei pazienti e dei malati, ma soprattutto ci consentirebbe di rendere ancor più efficiente ed efficace l’intervento a distanza e, quando necessario, in presenza”. 

Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di ospitare il primo ospedale virtuale d’Italia, un progetto innovativo che permetterà ai cittadini di accedere a cure mediche di qualità direttamente da casa. Questa iniziativa rappresenta un passo avanti nella modernizzazione dei servizi sanitari, facilitando la comunicazione tra pazienti e medici e garantendo un supporto continuo, soprattutto per coloro che hanno difficoltà a spostarsi o per chi soffre di malattie croniche. Serviranno approfondimenti e attenzione ma il futuro va in questa direzione e Viareggio è pronta: la tecnologia sarà un potente alleato per migliorare la salute e il benessere della nostra comunità.”

Carta dei Diritti delle Persone con Patologia: un nuovo manifesto per la salute a Viareggio

Il documento delle Associazioni di pazienti presentato alla Festa della Salute iCARE

Viareggio, 22 settembre 2024 – La Carta dei Diritti delle Persone con Patologia è stata ufficialmente presentata oggi a Viareggio, in un evento che ha coinvolto numerose associazioni e organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti delle persone con patologie croniche, rare e disabilitanti. Un documento che si pone l’obiettivo di concretizzare i principi già sanciti da importanti documenti internazionali e nazionali, tra cui l’Articolo 32 della Costituzione Italiana, la Dichiarazione OMS del 1994 e la Carta Europea dei Diritti del Malato.

La presentazione è avvenuta alla Festa della Salute ICARE, l’evento  promosso con il contributo del Comune di Viareggio e organizzato in collaborazione con Motore Sanità.

Salute come diritto dinamico

L’elemento chiave della Carta è l’interpretazione della salute come un concetto dinamico e progettuale. L’uso dell’espressione “Persone con patologia” sottolinea proprio il concetto attuale di salute, secondo una prospettiva biopsicosociale, non più descrivendo la presenza o meno di una malattia ma la capacità delle competenze, delle strategie che la persona attiva per far fronte alle condizioni disabilitanti, ossia la sua capacità di essere progettuale nonostante la patologia, in un processo dove la persona con patologia è soggetto di cura.

Diritti fondamentali

Il documento individua numerosi diritti specifici per le persone con patologia, che spaziano dalla prevenzione primaria, fino all’accesso alle cure palliative. Si va dal diritto alla prevenzione  – le persone hanno il diritto di essere informate e protette attraverso servizi di prevenzione sanitaria a tutti i livelli, inclusi screening neonatali e oncologici, consulenza genetica, e monitoraggio prenatale – al diritto alla diagnosi tempestiva, fondamentale per garantire l’accesso a cure adeguate prima dell’aggravarsi dei sintomi, con la possibilità di decidere liberamente riguardo al proprio percorso di cura. E poi, diritto alla presa in carico transdisciplinare – occorre garantire una gestione integrata della patologia da parte di un team di esperti, per offrire un’assistenza completa e personalizzata, al diritto alla  transitional care, intesa come una gestione attenta della transizione tra diversi ambienti di cura e della presa in carico del paziente lungo tutto il percorso della vita. Fondamentale, poi, è il diritto al sostegno psicologico, sia per le persone con patologia che per le loro famiglie.

La centralità del dialogo

Tra i diritti più significativi, emerge quello al tempo per il dialogo medico-paziente, che rappresenta la base di una relazione di cura condivisa. Una comunicazione chiara e accessibile è cruciale per comprendere pienamente le proprie condizioni e partecipare attivamente alle scelte terapeutiche. Particolare attenzione è stata dedicata anche all’uso delle tecnologie innovative come la Telemedicina e l’Intelligenza Artificiale, che possono migliorare notevolmente la qualità della. La Carta include anche il diritto allo sport, riconoscendone il valore terapeutico, soprattutto per bambini e adolescenti con cardiopatie congenite.

Il Ruolo Attivo delle Associazioni

La Carta sottolinea il coinvolgimento attivo delle associazioni delle persone con patologia nei percorsi istituzionali di sviluppo delle politiche sanitarie e nello sviluppo di un farmaco fino al dispositivo a partire dalla Health Technology Assessment. Questo garantisce una maggiore trasparenza e una rappresentazione diretta delle esigenze specifiche delle persone con  patologie.

«La Carta dei diritti delle persone con paotlogia è un documento che arriva a conclusione di tre giorni ricchissimi di eventi commenta il sindaco Giorgio Del Ghingaro -: abbiamo visto alternarsi come relatori, professionisti di altissimo livello e rappresentanti del Governo e della Regione. Il Ministro Andrea Abodi, il sottosegretario Alessio Butti, la viceministro Maria Teresa Bellucci, così come l’assessore Simone Bezzini e il direttore Federico Gelli, hanno portato un contributo non solo istituzionale ma anche di contenuti. Si è parlato di inclusione, di innovazione, dell’appropriatezza della cura. Nella gestione della sanità la Toscana è ai vertici delle classifiche nazionali: le politiche sanitarie sono da sempre al centro dell’azione amministrativa e anche stavolta il presidente Giani, che ringrazio, ha voluto essere presente all’iniziativa. Il nostro Sistema sanitario regionale funziona, ma possiamo migliorarlo attraverso una serie di riforme, che hanno il volto di un investimento sulla sanità pubblica. Tra le tante voci in campo, serviva fare una sintesi: la Festa della Salute credo ci sia riuscita. Grazie quindi a chi è intervenuto, i relatori, ma anche le associazioni che hanno arricchito l’evento portando la concretezza del territorio. Grazie infine a Motore Sanità per questa prima edizione e l’appuntamento è al prossimo anno, per una seconda edizione ancora più bella».

“La Carta presentata oggi dalle Associazioni – ha dichiarato Giulia Gioda, presidente di Motore Sanità – racchiude il messaggio che abbiamo voluto dare con questa grande festa: porre il paziente al centro del dibattito, analizzando l’attuale sistema sanitario, individuandone i punti di forza e le criticità per tracciare un percorso di miglioramento. Durante questi tre giorni, le associazioni di pazienti provenienti dalla Toscana e da tutta Italia hanno avuto l’occasione di  confrontarsi  con i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali che adesso, partendo proprio da questo documento, potranno tradurre i tantissimi temi emersi in azioni concrete. Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a questa grande festa che guarda al futuro della nostra Sanità, a partire dal Comune di Viareggio, con il sindaco Giorgio Del Ghingaro, e iCARE”.