La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata e offerta in modo gratuito alle persone con più di 60 anni, alle donne in gravidanza e post- partum, ai ricoverati in lungodegenza, alle persone con malattie croniche come diabete, malattie cardiache e respiratorie o problemi al sistema immunitario, ad alcune categorie di lavoratori come personale sanitario e socio-sanitario, forze di polizia e vigili del fuoco, allevatori o chi lavora a contatto con animali, ai donatori di sangue. E’ raccomandata anche ai bambini non a rischio nella fascia di età 6 mesi – 6 anni.
L’efficacia dei vaccini è correlata alle caratteristiche biologiche della persona vaccinata (funzionalità del sistema immuntario, età, patologie preesistenti). L’unico modo per confrontare l’efficacia dei diversi vaccini antinfluenzali è costituito dagli studi di immunogenicità.
Sulla base delle raccomandazioni dell’OMS e del Center for Disease Control and Prevention (CDC) negli Stati Uniti, i vaccini per l’influenza vengono modificati ogni anno per comprendere i ceppi più diffusi (in genere 2 ceppi di influenza A e 1 o 2 ceppi di influenza B).
In ogni caso è da considerare l’efficienza del sistema immunitario perchè dobbiamo prendere in considerazione che stiamo inoculando 3 vaccini diversi.
Da sottolineare inoltre che il nostro sistema immunitario è stato compromesso dal vaccino anticovid 19, come si evince dai numerosi studi pubblicati su riviste scientifiche. Un altro importante fattore da valutare è che con l’aumentare dell’età vi è fisiologicamente una riduzione dell’attività immunitaria.
A tal proposito bisogna mettere in evidenza che la Fondazione Mediterraneo, il cui Responsabile Scientifico è l’ematologo Prof. Corrado Perricone, aveva suggerito la valutazione degli eventuali danni al sistema immunitario tramite la tipizzazione linfocitaria. In realtà la Fondazione aveva ipotizzato uno studio accurato del sistema linfocitario per mettere in evidenza un’eventuale deficit immunitario.
La tipizzazione linfocitaria è un’indagine fondamentale per avere un quadro completo dello stato immunitario perché ci dà conoscenza della normofunzionalità tramite lo studio funzionale dei linfociti.
I linfociti sono globuli bianchi (leucociti) che hanno un ruolo essenziale nella risposta immunitaria.
La tipizzazione linfocitaria ci permette di approfondire il loro ruolo grazie alla presenza di antigeni di superficie, ognuno dei quali ha una funzione diversa.
I linfociti vengono valutati in relazione alla loro specifica funzionalità: i linfociti T vengono suddivisi in CD3 che rappresentano i linfociti totali, i linfociti CD4 cosiddetti linfociti Helper che aiutano i linfociti B a produrre anticorpi, i linfociti T Suppressor CD8, i linfociti CD16 e CD56 definiti anche Natural Killer responsabili dell’immunità innata, una funzione particolare poi hanno i linfociti B (CD19) che hanno un ruolo chiave nella produzione di anticorpi. Un ruolo a parte è quello del gruppo dei linfociti CD8 attivati, anch’esso può essere valutato con la tipizzazione linfocitaria, attraverso la citofluorimetria, tale gruppo nel meccanismo della protezione ha il ruolo di determinare l’eliminazione del virus già al primo contatto.
Il Prof. Perricone si assume la paternità del suggerimento di tale indagine. Egli aveva inizialmente ipotizzato un eventuale brevetto in seguito ha invece deciso di diffondere la notizia a scopo umanitario. L’indagine non è ancora abbastanza diffusa benchè sia effettuata dalla quasi totalità dei laboratori.
Ovviamente si spera che questa volta tale studio venga recepito per una più ampia diffusione. Se si fosse prima provveduto in tal senso sicuramente ci sarebbero state migliaia di morti in meno, soprattutto durante la pandemia.