Uno dei principali obiettivi su cui le innovazioni tecnologiche sanitarie devono concentrarsi è l’obesità. Perchè gli obesi crescono in Italia, anno dopo anno. Anche sotto i 18 anni. E’ obeso un italiano su dieci. Si punta ora ad ottenere risultati raggiunti su altre patologie, come l’epatite C, l’asma, il mieloma. E’ quanto racconta il Rapporto della Fondazione Mesit su “Prospettive passate e future in Sanità”, presentato nella Seconda giornata di Health Innovation Show a Roma. Il Rapporto porta anche la firma di Ceis-Eehta (Università di Roma Tor Vergata), Altems (Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) e il Centro di Ricerca “Innovazione & Salute”(Università Roma Tre).
L’obesità si definisce con circonferenza di vita da 88 a 102 negli uomini e da 80 a 94 nelle donne. Negli anni fra il 2001 e il 2021, in Italia, gli adulti obesi sono cresciuti del 40 per cento (con punte durante la pandemia), mentre l’obesità infantile cresce del 2,1 per cento l’anno. L’obesità può portare insufficienza cardiaca, ipertensione, diabete, steatoepatite ed è causa di 64mila decessi l’anno, il 10 per cento del totale. Ci sono farmaci allo studio e c’è l’esigenza di maggiore educazione pubblica per stili di vita sani.
Passi avanti importanti invece, per esempio, con l’epatite C, che si contrae tramite contatto con sangue infetto, spesso attraverso aghi. In Italia ci sono 280mila malati accertati, ma i trattamenti antivirali negli ultimi anni hanno un’efficacia superiore al 95 per cento, mentre si cerca un vaccino efficace. L’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità è ridurre del 90 per cento la patologia e del 65 per cento la mortalità entro il 2030. L’Italia è in buona posizione, essendo il Paese in Europa che usa di più le nuove terapie. Ci sono però circa 400mila infettati non diagnosticati, che vanno identificati e curati. Elemento singolare: negli ultimi tempi il 40,4 per cento dei casi contrae la malattia a seguito di trattamenti estetici, più che in ospedale.
Riguardo all’asma bronchiale: in Italia i malati sono 3 milioni. Grazie a nuovi esami e a farmaci biologici, fra il 2003 e il 2021 la mortalità si è quasi dimezzata. Nel caso del mieloma multiplo, tumore delle cellule del midollo osseo: negli anni fra il 1980 e il 1990 la sopravvivenza dalla diagnosi era di 22,2 mesi, fra il 2011 e il 2020 è diventata di 103,6 mesi, da due anni a otto anni e mezzo circa.
“L’innovazione -ha detto Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit- è lo strumento per rispondere sempre meglio ai bisogni di salute dei cittadini, ma anche per garantire la sostenibilità del sistema salute. La vera sfida oggi è l’equità: rendere l’innovazione disponibile a tutti i cittadini del Paese, indipendentemente dalla Regione in cui risiedono. Con Health Innovation Show 2024 speriamo di generare proposte concrete sul tema dell’innovazione e dell’accesso all’innovazione, proprio in questi giorni in cui si sta discutendo la Legge di bilancio”.
“Da medico nucleare ho potuto toccare con mano come nell’ultimo decennio siano migliorate l’assistenza sanitaria e la qualità delle cure grazie all’ingresso di apparecchiature capaci di distinguere in maniera sorprendente tra lesioni benigne e maligne o grazie all’arrivo di nuovi radiofarmaci sempre più specifici e sensibili. E guardo con fiducia e interesse all’applicazione dell’Intelligenza artificiale nel campo delle prognosi, penso all’ideazione di modelli di evoluzione della malattia con ipotesi basate sui dati di imaging -ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci in un messaggio inviato ai partecipanti- Certo le innovazioni hanno un costo, ma nel lungo termine permettono risparmi significativi delle spese di assistenza e i malati possono mantenere una vita più attiva”, ha aggiunto il ministro.