La sperimentazione sui telomeri sarà una delle 10 ricerche di Age-It che saranno presentate domani, martedì 14 Gennaio 2025, dalle ore 9.15, presso il Ministero della Salute, Auditorium “Cosimo Piccinno” Lungotevere Ripa 1, Roma

La demografia italiana è una demografia eccezionale. Siamo ai primi posti perché viviamo più a lungo e in salute migliore rispetto agli altri, ma siamo ai primi posti anche perché facciamo meno figli rispetto agli altri Paesi. Questo eccezionalismo demografico italiano crea una delle strutture di popolazione per età più vecchie al Mondo, in cui la proporzione di anziani sul totale della popolazione continua a crescere velocemente aprendo scenari inediti per la storia dell’umanità.

«Come sarà l’Italia del 2050? E come potrebbe essere se si faranno scelte innovative e lungimiranti in questi anni? Sono queste le domande a cui fornisce risposte il programma Age-It (www.ageit.eu) – spiega la Rettrice dell’Università di Firenze, Alessandra Petrucci, che guida la ricerca finanziata dal PNRR –. Si tratta della più importante ricerca mai fatta in Europa su prevenzione, invecchiamento attivo e demografia positiva. Questo è il momento di fare scelte ed elaborare soluzioni innovative che rendano il futuro più equo e sostenibile».

Alla presenza del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, del ViceMinistro Lavoro e Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, di Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente Pontificia Accademia per la Vita e Presidente della Fondazione Età Grande, del Capo Dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle Emergenze sanitarie del Ministero della Salute, Maria Rosaria Campitiello, e di molti altri esponenti delle istituzioni, dell’università e della ricerca, i dieci gruppi di lavoro (SPOKE) di Age-It domani presenteranno i risultati dei loro studi su dieci aree di ricerca diverse e le loro proposte innovative per la creazione di un Istituto Italiano per il Futuro della Popolazione.

«Con più di 800 ricercatori, e la sua rete di oltre 20 atenei, centri di ricerca, aziende private, istituzioni pubbliche, società civile ed eccellenze in tutto il Paese, Age-It lavora su dieci aree tematiche che vanno dalla genetica alla robotica, dall’economia alle scienze politiche – spiega ancora Petrucci –. Andiamo dalla demografia, che ha analizzato per la prima volta l’impatto della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) sulle nascite in Italia, all’intelligenza artificiale utilizzata per prevedere i fattori di decadimento cognitivo, dall’impatto dell’inquinamento sulle patologie neurologiche degli anziani alle mutazioni del mercato del lavoro nel Paese con meno giovani in Europa, dalle sperimentazioni terapeutiche per contrastare l’invecchiamento cellulare alle proposte per la sostenibilità del sistema previdenziale, dal ripensamento dell’assistenza ai non autosufficienti, alla formazione dei caregiver e alla tutela della loro condizione psicologica. E poi nuove evidenze in tema di dieta, esercizio fisico, stimolazione cognitiva, socializzazione e controllo dei fattori di rischio vascolari, innovative soluzioni per ripensare case e spazi urbani, un nuovo approccio del mercato che valorizzi la silver economy e l’esordio dell’indice di giustizia intergenerazionale che misura lo sbilanciamento a favore dei diversi gruppi sociali in Italia e nella UE».

Uno scudo contro le malattie legate all’età: la sperimentazione sui telomeri – Uno dei progetti di ricerca del programma Age-It, lo SPOKE 2 guidato da Fabrizio d’Adda di Fagagna (Dirigente di Ricerca IGM, Institute of Molecular Genetics – CNR National Research Council – IFOM, The Institute Foundation of Molecular Oncology), ha sviluppato una terapia a RNA contro le conseguenze dei telomeri danneggiati che sarà illustrata domani al Ministero della Salute.

L’invecchiamento è il più alto fattore di rischio per malattie tumorali, cardiovascolari e neurodegenerative. Quello che si studia è un approccio sperimentale che agendo sui telomeri (le regioni terminali dei cromosomi) ha le potenzialità per diventare una terapia che, rallentando l’invecchiamento cellulare, potrebbe ridurre l’impatto delle malattie legate all’età. Ora questi dati sperimentali stanno travalicando l’ambito accademico e, con una startup, verranno avviati i primi trial clinici.

In modelli della Sindrome Progerica Hutchinson-Gilford, la patologia di cui era affetto il biologo Sammy Basso scomparso da poco, e su cui Fabrizio d’Adda di Fagagna ha lavorato, questa terapia estende la sopravvivenza del 45%. In altri modelli di fibrosi polmonare o di disfunzione immunitaria, questo approccio terapeutico sembra capace di restituire le funzioni perse.

Infine, in alcuni tipi tumorali quali i sarcomi e i tumori del cervello, i telomeri si sono rivelati essere una vulnerabilità sensibile a questa terapia.