Un’analisi delle innovazioni tecnologiche nel controllo
del diabete: dall’ottimizzazione della rete di cure alla garanzia di accesso equo
alle tecnologie di monitoraggio glicemico, con testimonianze e riflessioni di
esperti e attivisti nel settore.Roma, 22 maggio 2024 –
Il diabete, spesso definito “malattia cronica” per la sua
complessità, rappresenta una delle principali cause di cecità, amputazioni non traumatiche e in ufficienza renale terminale. In Italia, colpisce tra 3,4 e 4 milioni di persone, con costi annuali che superano i 20 miliardi di euro.
Nonostante l’invecchiamento della popolazione, le ospedalizzazioni per diabete sono in calo grazie alle innovazioni tecnologiche, che hanno
migliorato la qualità della vita dei pazienti e ridotto i costi di gestione. Tuttavia,
la mancata aderenza alle terapie e lo scarso automonitoraggio della glicemia
rimangono problematiche significative, aumentando il rischio di complicanze.
Le recenti innovazioni tecnologiche hanno rivoluzionato il controllo del
diabete, riducendo ospedalizzazioni e accessi al pronto soccorso. Durante l’evento
“EQUITÀ DI ACCESSO ALL’INNOVAZIONE –
FOCUS SUI SISTEMI DI MONITORAGGIO GLICEMICO NELLA CRONICITÀ DEL DIABETE –
CENTRO”, promosso da Motore Sanità con la collaborazione scientifica
dell’AMD (Associazione Medici Diabetologici) e il contributo
incondizionato di Abbott, è stata avviata una discussione tra
istituzioni regionali, esperti e associazioni di cittadini per garantire un
accesso equo a queste tecnologie attraverso criteri di eleggibilità condivisi.
Obiettivo, assicurare a ogni cittadino le migliori cure disponibili,
considerando l’innovazione un investimento vantaggioso per la salute pubblica e
l’economia. I PUNTI EMERSI
Potenzialità terapeutiche della tecnologia
glicemica nel diabete: una visione integrata.
Secondo Paola Pisanu,
Presidente Regionale AMD Sardegna e Coordinatore della Consulta dei Presidenti
Regionali AMD, “L’utilizzo della tecnologia con sensore ha favorito una
spinta verso il miglior controllo del diabete trattato con terapia insulinica
intensiva (4 somministrazioni al giorno), perché consente di ottimizzare la
terapia insulinica in sicurezza, permettendo di raggiungere medie e variabilità
glicemiche vicine alla normalità, proteggendo nel contempo dal rischio di
ipoglicemia che è insito nella terapia con insulina. Il rischio di ipoglicemia
pur presente, nei pazienti in terapia con insulina basale ha minore impatto, ma
l’esperienza clinica e la letteratura evidenziano come l’utilizzo del sensore
anche in questa tipologia di pazienti, apre nuove possibilità di migliorare il
compenso metabolico e diminuire l’inerzia terapeutica, con benefici che si
protraggono anche dopo che il monitoraggio viene interrotto. La proposta
dell’estensione all’accesso alla tecnologia anche in questa tipologia di pazienti,
come anche in casi specifici ai pazienti che non praticano l’insulina e non
sono esposti all’ipoglicemia, é in discussione anche in Sardegna. Come società
scientifica, nell’ambito dei tavoli tecnici regionali abbiamo già avanzato una
proposta di aggiornamento delle linee di indirizzo regionali sulla prescrizione
della tecnologia che apra altre possibilità anche nel diabete tipo 2. La
misurazione del glucosio è un caposaldo della terapia del diabete e deve essere
sempre inserita in un percorso strutturato di educazione terapeutica, questo è
vero per la misurazione della glicemia capillare (BGM) come per quella con
sensore (CGM). Dal punto di vista clinico la tecnologia apre nuove possibilità
terapeutiche, educative e di engagement, favorendo la consapevolezza della
persona con diabete sull’impatto che hanno, per esempio, lo stile di vita, lo
sport, i farmaci o una malattia intercorrente, sul buon controllo della
malattia, e offre la possibilità di intervenire e supportare la gestione più
efficacemente da parte dei curanti, e nel diabete tipo 2 questo si può ottenere
anche con un impiego mirato, continuo o intermittente dei sensori”.
Implementazione dei centri anti-diabete in Campania:
ottimizzazione della rete di cure e priorità nella prescrizione delle
tecnologie di monitoraggio. “La tecnologia applicata alla cura del diabete
migliora la qualità di vita dei pazienti – spiega Pietro Buono, Dirigente UOD Attività
consultoriale e materno infantile, Regione Campania. Nei pazienti più giovani rappresenta un vero e
proprio valore aggiunto e anche nei pazienti più anziani semplifica il percorso
di cura con una registrazione continua e puntuale della glicemia. Per questo e
nella convinzione che la salute è un valore e che il valore aumenta se
migliorano gli esiti e si riducono i costi, la Regione Campania ha attivato una
serie di azioni volte a fornire a tutti i bambini e agli adulti affetti da
diabete tipo 1 e a tutti i pazienti non compensati e in terapia insulinica
affetti da diabete tipo 2 i sensori per la lettura della glicemia. I sistemi di
misurazione della glicemia senza ago sono diversi e dialogano con altri sistemi
di infusone continua della glicemia (microinfusori). Per questi ultimi, già
prescritti da diversi anni, la Commissione regionale ha definito i corretti
percorsi di appropriatezza prescrittiva, avviando in contemporanea la gara
della centrale di committenza regionale SORESA spa. I Direttori Generali delle
7 aziende sanitarie locali campane stanno terminando l’attivazione territoriale
di tutti Centri anti diabete della Campania (98), definendo la Rete di cure
aziendali e i centri che prima degli altri si occuperanno più nello specifico
delle prescrizioni di tecnologie applicate alla cura del diabete”.Il ruolo del coordinamento delle
associazioni dei pazienti e delle istituzioni regionali.Fabiana Anastasio, Presidente del Coordinamento Associazioni dei pazienti diabetici
della Campania, enfatizza l’importanza cruciale di una tecnologia affidabile
nella gestione ottimale del diabete. “È certamente un indispensabile
strumento – dice Anastasio – da abbinare alla terapia farmacologica per
consentire atti medici demandati al paziente, nella sua quotidianità: in base
al valore espresso dagli strumenti messi a disposizione dal mercato e dal SSN,
noi pazienti possiamo definire al meglio il dosaggio dell’insulina da
effettuare. Credo non serva aggiungere molto altro circa la necessaria ed
indispensabile affidabilità dei device, certificata auspicabilmente, da scheda
tecnica verificata a monte da Organismi appositi, per noi pazienti diabetici. Perché
anche questo, cioè la verifica della reale affidabilità dei Device fatta da
organi nazionali preposti a questo, con indicazioni presenti in scheda tecnica
necessarie per poter accedere anche e soprattutto a gare regionali è qualcosa
che andrebbe normata diversamente da oggi, come dimostrato dalle difficoltà
registrate purtroppo in Campania, dai pazienti e dagli Organi Regionali, a
seguito di una recente gara sui sensori per la glicemia, che ha alla fine
indotto molti pazienti, soprattutto quelli più anziani e fragili, quindi,
paradossalmente, i più bisognosi di attenzione, a tornare al controllo
capillare! Solo grazie alle guerre portate avanti dal Coordinamento delle
Associazioni dei Pazienti ed alla collaborazione con le Istituzioni Regionali
siamo alla fine riusciti ad intraprendere una strada che, speriamo a breve,
porti ad una nuova gara basata su presupposti assolutamente diversi: inclusiva
e, soprattutto, con obiettivi condivisi dall’intera Commissione Diabetologica
Regionale nominata Tavolo Tecnico propedeutico alla gara stessa. Si va avanti
fiduciosi ed in attesa di una cura definitiva, chiediamo al Governo ed ai
Sistemi Regionali supporto affinché ci vengano forniti tutti gli strumenti
necessari per gestire in maniera ottimale una patologia paradigma della
cronicità”.Equità nell’accesso alle tecnologie nel
trattamento del diabete: una prospettiva nazionale.Emilio Augusto Benini, Presidente FAND, sottolinea
l’importanza dell’aderenza terapeutica e l’utilizzo di nuovi farmaci e
tecnologie per migliorare la qualità di vita delle persone con diabete. “Sappiamo che
l’aderenza terapeutica – spiega Benini, una miglior
qualità di vita per le persone con diabete si può raggiungere attraverso sia
l’educazione terapeutica che l’utilizzo di nuovi farmaci e tecnologie. Sono
proprio le tecnologie, come i sensori glicemici, che permettono alla persona
con diabete di gestire al meglio il proprio diabete. L’autocontrollo è un
elemento fondamentale per gestire la propria malattia. Come presidente
nazionale FAND l’accesso alle nuove tecnologie purtroppo è difforme da regione
a regione e così facendo si creano forti disparità tra diabetici residenti in
regioni diverse. Ci sono poi regioni che sono molto indietro rispetto alle
tecnologie come ad esempio la regione Puglia che impone restrizioni come i
centri prescrittori. Possiamo comprendere la necessità di avere un sistema
sostenibile, ma non possiamo assolutamente condividere che questa sostenibilità
sia a scapito della salute delle Persone con diabete. Se la salute è un diritto
costituzionale allora dovrebbe essere garantita a tutti a prescindere dalla
sostenibilità”.Educazione e coinvolgimento
nell’uso dei sensori nel diabete: massimizzare la qualità della vita.“I sensori migliorano la qualità
della vita –
ribadisce Riccardo
Trentin,
Presidente Federazione Rete Sarda Diabete, ma occorre il coinvolgimento
attivo della persona stessa con percorsi educativi tali da favorire e
contribuire a identificare il dispositivo che sia il più vicino possibile ai
bisogni quotidiani e personalizzati della persona con diabete. Per questo è
utile un percorso educativo ripetuto nel tempo, che parta da un chiarimento sul
dispositivo per poi arrivare alla condivisione di esperienze vissute, in cui le
associazioni pazienti hanno un ruolo fondamentale quali guida e supporto vicino
alla persona con diabete. La scelta del sistema migliore per il paziente va fatta sulla base di
criteri come gli allarmi, la semplicità d’uso, l’accuratezza e l’adattabilità
alla vita della persona con diabete che dovrebbe essere l’aspetto più
importante che deve incidere sulla scelta”. Evoluzione tecnologica nel trattamento del
diabete: il caso della regione Marche.“La Regione
Marche è sempre stata molto sensibile alle tecnologie del mondo del diabete – chiosa Massimiliano
Donato Petrelli, Medico diabetologo,
Funzionario ARS (Agenzia Regionale Sanitaria), Regione Marche. Già nel 2000 abbiamo una delibera per ottimizzare la
prescrizione dei presidi per autocontrollo glicemico in base ai dettami delle
linee guida di allora. L’aggiornamento dei presidi è talmente veloce che nel
2004 una nuova DGR adegua materiali e quantitativi alle nuove indicazioni delle
società scientifiche. Con l’avvento dei microinfusori e dei sensori glicemici
abbinati, nel 2006 una nuova DGR garantisce tale presidio ai diabetici di tipo
1 su tutto il territorio regionale. Per ottimizzare la prescrizione si decide
di avvalersi di un periodo di prova di due mesi durante i quali sia il paziente
sia il diabetologo verificano il corretto utilizzo e il miglioramento della gestione
del diabete. Al termine del periodo, durante il quale i costi del materiale
sono coperti dalla ditta produttrice del presidio, se il diabetologo e il
paziente sono soddisfatti e convinti, si procede con l’acquisto. In caso
contrario si trova un’altra soluzione senza aver gravato sulle casse pubbliche.
Nel 2017 una nuova DGR norma la prescrizione dei sensori “non collegati a
microinfusore” e dei sistemi Flash Glucose Monitoring, garantendo anche qui
l’accesso su tutto il territorio regionale e, anche qui, dopo un mese di prova
a carico della ditta produttrice (per evitare sprechi in pazienti non
collaboranti o che cambiavano idea). Già in questa delibera si specifica che
queste nuove tecnologie devono essere date (sotto la supervisione dello
specialista diabetologo) non solo ai diabetici tipo 1 ma anche ad altre forme
di diabete con precario controllo glicemico o che necessitino di uno
strettissimo controllo glicemico (diabete in gravidanza, diabete tipo 2 con
terapia insulinica multi-iniettiva e scompensato, ecc.). Infine, per ovviare ad
alcune difficoltà di consegna dei sensori glicemici (ad opera delle aziende
sanitarie territoriali) da questo anno il paziente può ritirare mensilmente i
suoi sensori nella sua farmacia sotto casa, con prescrizione informatizzata
(senza impegnativa o altra carta) del diabetologo. Una bella comodità per
rendere la sanità sempre più vicina al paziente”.Il punto i vista delle associazioni dei pazienti.Lina Delle Monache, Presidente Federdiabete Lazio, ha ricordato
quanto i
sistemi di monitoraggio FGM e CGM dal punto di vista delle Associazioni
Pazienti siano imprescindibili. “Tali
device – spiega Delle Monache, non
solo migliorano la qualità di vita ma risultano essere un investimento per la
sanità. Riducono i costi a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN) perché
attraverso una migliore compensazione dei livelli glicemici, prevengono le
complicanze, gli accessi al pronto soccorso per ipoglicemia grave e le
ospedalizzazioni. Sono le vere voci di costo del diabete, circa il 50% della
spesa per questa patologia, a fronte del fatto che solo il 4% dei costi è
dovuto all’impiego dei device. L’abbattimento riguarda anche i costi indiretti
grazie al recupero della capacità produttiva dei pazienti conseguente al
miglioramento della qualità di vita, ma ha anche un impatto positivo sui
caregiver. Si riducono, inoltre, le pensioni di invalidità in caso di
complicanze. Un vantaggio a tutto tondo: migliora la salute e la vita dei pazienti
e si evitano i dislivelli glicemici che, a lungo andare, portano alle
complicanze. Un ulteriore grande progresso reso possibile dai sensori è
l’empowerment della persona con diabete, il suo coinvolgimento nel percorso di
cura. Insieme allo specialista, infatti, impara a gestire meglio la malattia e
sviluppa una maggiore consapevolezza degli effetti della dieta. In ultimo il
sistema FGM ha dimostrato di essere costo-efficace per il SSN. Per questi
motivi è importante un allargamento a tutte le persone con diabete che possono
beneficiare della tecnologia, un investimento per il SSN in termini di
riduzione dei costi diretti ed indiretti, come accessi in Pronto soccorso e
complicanze, e un investimento sociale grazie all’abbattimento dei costi
indiretti dovuti alla necessità di fornire sostegno per invalidità, migliorando
la vita dei pazienti e dei loro caregivers”.Un nuovo approccio per l’equità di accesso alle cure in Regione Lazio.Un’importante novità
è stata introdotta nella Regione Lazio riguardo l’innovazione nei sistemi di
moitoraggio glicemico e l’equità di accesso alle cure. A parlarne Vincenzo Fiore, Presidente Regionale AMD Lazio. “Una
recente delibera, frutto di una sinergia significativa tra: Associazione Medici
Diabetologi Lazio, il Professor Nicola Napoli, Presidente della Società
Italiana di Diabetologia (sezione Lazio), Claudia Arnaldi, Società Italiana di
Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) e Lina Delle Monache, Presidente
Federdiabete Lazio, ha prodotto l’estensione dell’uso per il monitoraggio della
glicemia a più semplice tecnologia ai pazienti diabetici di tipo 2 in
trattamento insulinico con meno di 3 somministrazioni al giorno; inoltre, l’stensione
è avvenuta anche per i diabetici di tipo 2 in terapia orale con glifozine e/o
GLP1-RA, per un mese l’anno. Questo importante successo permetterà di ridurre
il rischio ipoglicemico e migliorarne la variabilità. L’uso di queste tecnologie per le popolazioni di
diabetici citate, può aiutare ad aumentare la consapevolezza di cura e a
migliorare l’aderenza terapeutica, con importanti ricadute sullo stile di vita
e sull’abbattimento dei costi sanitari. Si ringrazia la Regione Lazio, nella
persona della Dottoressa Marzia Mensurati, Area farmaci e dispositivi della
Regione Lazio, per la sensibilità e la collaborazione nella realizzazione di
questo importante traguardo”.All’evento hanno partecipato inoltre Emanuele Monti, Componente III Commissione Sanità,
Consiglio Regionale della Lombardia, Francesco Saverio Mennini, Capo del
Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle
politiche in favore del Servizio sanitario nazionale del Ministero della
Salute.