
Corrado Perricone, ematologo, responsabile scientifico della Fondazione Mediterraneo, daveva già sollevato il problema relativo alla necessità di rivedere la norma sulla obbligatorietà delle vaccinazioni in età pediatrica. Una posizione fortificata alla luce della recente sentenza del Tar di Bolzano del 13 marzo 2025, che ha messo in discussione la legittimità dell’obbligo vaccinale nei confronti dei minori in assenza di garanzie costituzionali, scientifiche e informative adeguate. Anche se i giudici non sono scienziati come dicono i detrattori delle norme su materie scientifiche in cui intervengono le toghe vale la pena approfondire proprio col conforto del prof. Perricone da sempre critico nei confronti della profilassi vaccinale soprattutto quando attuata con i sieri a base di mRna. In questo caso però si parla anche delle vaccinazioni obbligatorie dell’infanzia e ovviamente di quelle consigliate. “Emerge con forza la necessità di un intervento normativo organico e aggiornato in materia di vaccinazioni in età pediatrica”. Sottolinea Perricone – la decisione del Tribunale ha evidenziato criticità strutturali nell’attuale sistema, tra ci l’utilizzo improprio di vaccini al di fuori delle indicazioni ufficialmente approvate (“off label”), la carenza di trasparenza nella comunicazione ai genitori, l’automatismo sanzionatorio (esclusione scolastica) non conforme ai principi costituzionali di proporzionalità e autodeterminazione”.
Tanto basta per chiedere al legislatore di elaborare una nuova legge quadro sulle vaccinazioni pediatriche, che ridefinisca i criteri e i limiti dell’obbligo vaccinale alla luce delle più recenti indicazioni scientifiche e normative europee; assicuri il rispetto dei diritti costituzionali dei minori e dei loro genitori; introduca meccanismi di verifica, aggiornamento e trasparenza sull’autorizzazione e somministrazione dei vaccini; preveda forme di partecipazione consapevole, basate su informazione corretta, accessibile e non coercitiva. Solo attraverso un nuovo assetto legislativo chiaro, rispettoso dei diritti e fondato su evidenze scientifiche certe, sarà possibile ristabilire fiducia tra cittadini, istituzioni sanitarie e sistema educativo, garantendo al contempo la tutela della salute pubblica e individuale dei bambini.